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Come "aggiustare" i meeting

Quanto tempo spendiamo nei meeting? Forse troppo.

Ma la domanda più utile dovrebbe essere: quanto tempo spendiamo in meeting che non servono o che potrebbero essere più efficaci?

Il successo di una riunione sta anche nel tempo speso fuori da essa. Secondo gli autori vige la regola del 40-20-40, ovvero la maggior parte del tempo (40+40) dovrebbe essere impiegato al di fuori, prima per prepararla e dopo per azioni di follow-up.

Questi sono i passi per organizzare un meeting utile.

Il primo passo da compiere è quello di definirne lo scopo (anche per quelli ricorrenti), scriverlo con una o due frasi (esempio: “definire le priorità per la campagna di comunicazione del prossimo trimestre”) e condividerlo con gli interessanti, per metterli in condizione di decidere se partecipare o meno.

Il passo successivo è quello di creare un’agenda per raggiungere lo scopo e questo si può fare in due modi:

  1. immaginare l'agenda come una storia, con un'introduzione (problemi), una parte centrale (soluzioni) e una fine (passi successivi).
  2. concentrarsi sul rispondere a cosa, perché, quando, come, dove e chi, rispettando la dichiarazione di scopo.

Durante il meeting, l’adozione di protocolli specifici e condivisi può agevolare molto, ad esempio rispetto all'uso di cellulari o computer in presenza o l’accensione della telecamera da remoto.

È importante inoltre invitare le persone giuste, spiegare le motivazioni e cosa ci si aspetta dalla loro partecipazione.

Ci sono poi tre ruoli importanti in un meeting:

  • Facilitatore, che fa in modo che l’agenda sia seguita ed è meglio se non partecipa alla discussione attivamente.
  • Timekeeper, che limita la discussione al tempo assegnato per ogni punto
  • Minute-taker, che redige una sintesi della discussione, dei contributi e dei punti d'azione.

Questi ruoli dovrebbero essere decisi in anticipo.

Anche fare una pausa è importante in una riunione e ce ne sono di vari tipi:

- pratica, che dà la possibilità di andare in bagno, sgranchirsi le gambe e, in generale, staccare un attimo.

- riflessiva, per prendere appunti e pensare a un argomento specifico.

- strategica, per calmare una discussione troppo accesa o suddividere i partecipanti in gruppi più piccoli.

Una dinamica che può inoltre accadere è quella del cosiddetto effetto HIPPO (HIghest Paid Person Opinion), ovvero che l’opinione della persona più pagata o percepita come più importante sia quella predominante e quindi gli altri si limitino ad essere d’accordo con essa.

Si può evitare facendola parlare per ultima o facendola contribuire più con domande che con risposte.

Come visto prima, il follow-up è un momento fondamentale.

È importante quindi avere delle azioni in tal senso, finita la riunione, per renderla proficua.

Ci sono due tipi di azioni:

  1. azioni specifiche: compiere azioni per ottenere risultati chiari e specifici
  2. risultati delegati: designare qualcuno responsabile di un risultato ma lasciare libertà su come raggiungerlo.

Può essere utile organizzare una sessione di lavoro da utilizzare specificamente per lavorare sui compiti emersi dalle riunioni a cui si è partecipati.

Infine, l'antica filosofia cinese ci insegna che l'universo è composto da due energie opposte:

- yin: energia passiva, morbida e ricettiva
- yang: energia aggressiva e orientata all'azione.

Una buona riunione dovrebbe avere entrambe le energie, ovvero calma e consapevolezza per ascoltare e incoraggiare il feedback (parte yin), ma anche energia per perseguire gli obiettivi (parte yang).

(da How to fix meetings di Graham Alcott e Hayley Watts)
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