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Come prendiamo le nostre decisioni?

Come prendiamo le nostre decisioni? Come funzionano le emozioni? Siamo davvero così diversi dagli altri esseri viventi?

In Subliminale l'autore Leonard Mlodinow cerca di rispondere a questi quesiti.

Dopo millenni di speculazione su cosa fosse la mente inconscia e illustri contributi quali quelli di Kant e Freud, le moderne tecnologie di visualizzazione hanno permesso di mappare il cervello e vederlo in azione.

Conosciamo ora infatti i suoi tre strati interdipendenti: il più profondo e antico è il "cervello rettiliano", responsabile di azioni primarie quali respirare, mangiare e dell'istinto di lotta o fuga. Lo condividiamo con rettili, anfibi, uccelli e pesci.

Sopra di esso, si trova il più sofisticato sistema limbico, responsabile della percezione e dei comportamenti sociali inconsci.

Infine c'è la neocorteccia, che promuove azioni legate ad obiettivi e pensiero cosciente che ci contraddistingue come essere umani.

La nostra mente inconscia raccoglie i dati da tutti i nostri sensi e li usa per tenerci al sicuro ed è una consapevolezza subliminale dell'ambiente che si è evoluta nei nostri antenati molto prima della consapevolezza cosciente.

Altro fattore fondamentale è la percezione del linguaggio del corpo, che rappresenta una grossa percentuale della comunicazione ed è comune a tutti gli essere umani, indipendentemente dalla razza.

Inoltre, non solo riceviamo informazioni non verbali da chi ci circonda ma comunichiamo le nostre aspettative nei confronti degli altri e influenziamo il loro comportamento senza volerlo.

Stesso discorso per le caratteristiche della voce (registro, volume, timbro, velocità), che impattano in maniera significativa a livello di comunicazione verbale, indipendentemente dai concetti esposti a parole.

A livello delle emozioni, il cervello umano non è particolarmente abile nell'aiutarci a comprendere i nostri sentimenti perché sono un prodotto della nostra mente inconscia.

L'ambiente fornisce dati ai nostri sensi, dai quali il nostro inconscio produce una risposta fisiologica. È questa risposta che sperimentiamo come emozioni ma, proprio perché succede inconsciamente, è difficile capirle e riconoscerle correttamente.

Infatti, la nostra mente è come se fosse composta da uno scienziato (la parte razionale), che soppesa le prove e cerca la verità oggettiva e da un avvocato (la parte inconscia) che prima prende una decisione e poi difende la sua posizione.

L’avvocato vince sullo scienziato e questo ci porta a sostenere conclusioni che supportano le nostre convinzioni piuttosto che cercare alternative (pensa al famoso bias di conferma).

Siamo quindi così unici come esseri umani?

Certamente nessun'altra specie condivide la nostra complessità e capacità ma è anche vero che le aree del nostro cervello sono governate dagli stessi principi che si trovano in tutta la natura e seguiamo modelli di comportamento inconsci, proprio come gli animali.

Questo discorso vale anche per i gruppi, in quanto mostriamo pregiudizio nei confronti di coloro che non fanno parte del nostro gruppo in quanto, sebbene ci sia flessibilità nelle nostre affiliazioni, abbiamo un'opinione più alta dei membri del gruppo in cui ci identifichiamo rispetto ai membri di altri gruppi.

Siamo quindi suscettibili agli stimoli esterni in maniera inconsapevole.

Ad esempio uno studio condotto nei supermercati ha dimostrato che la musica di sottofondo tipica di una specifica nazione ha influenzato l'acquisto di vini, favorendo marche appartenenti proprio a quella nazione.

Esperimenti come questi dimostrano che, malgrado tutta la nostra razionalità, abbiamo un retaggio primitivo che guida ancora molti dei nostri comportamenti. Esserne consapevoli è il primo passo per accettarlo e poter agire invece di semplicemente reagire alle situazioni.
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Sono un Coach specializzato e IT Mentor, con 25 anni di esperienza nel settore IT. Se vuoi migliorare la parte Tech della tua Azienda o migliorare te stesso/a, sono qui per supportarti. Scopriamo insieme come
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