“Senza dati, sei solo un individuo con un’opinione.”
Lungi da me dal criticare un mostro sacro come W. Edwards Deming, figura importantissima, tra le altre cose, per quanto riguarda la teoria del management, però trovo che questa frase sia giusta e sbagliata allo stesso tempo e la differenza, come sempre, la faccia il contesto di applicazione.
In certi casi, il supporto dei dati è fondamentale per prendere delle decisioni perché sono l’unico elemento oggettivo che può mettere tutti d’accordo.
Può però anche capitare che i dati stessi siano interpretabili proprio a seconda del contesto e sia l'opinione a essere il driver decisionale o, meglio, quello che il dato numerico comporta.
Ad esempio “C’è stato un aumento del 23% di ticket di richiesta assistenza aperti sull'applicativo X è un dato che, numericamente, fa molta differenza nel come interpretarlo e nel come mitigarlo, a seconda del ciclo di vita del suddetto applicativo.
Inoltre possono esserci casi in cui i dati non siano disponibili e, allora, intuito e sensibilità sono gli elementi che plasmano la nostra opinione, sebbene sia importante mettersi nelle condizioni di poterli avere, specialmente quando si devono prendere delle decisioni collegiali.
Ma c’è anche il problema opposto: scegliere una “vanity metric”, ovvero un dato che alimenti una convinzione e che sia scelto proprio per confermarla.
“L’applicativo X sta crescendo. Abbiamo scritto il 32% in più di righe di codice questo mese rispetto al mese precedente”.
Paradossalmente, penso sia ancora più pericoloso utilizzare una metrica sbagliata rispetto al fatto di non utilizzare dati del tutto.
Cosa fare allora?
Credo che l’atteggiamento e l’approccio siano i fattori più importanti su cui focalizzarsi: essere curiosi, non avere preconcetti, non aver paura di esplorare scenari che magari non sono confortevoli ci può permettere di utilizzare strumenti e dati nella maniera migliore e, soprattutto, a gestire le conclusioni che essi ci portano.
Che cosa ne pensate?
Lungi da me dal criticare un mostro sacro come W. Edwards Deming, figura importantissima, tra le altre cose, per quanto riguarda la teoria del management, però trovo che questa frase sia giusta e sbagliata allo stesso tempo e la differenza, come sempre, la faccia il contesto di applicazione.
In certi casi, il supporto dei dati è fondamentale per prendere delle decisioni perché sono l’unico elemento oggettivo che può mettere tutti d’accordo.
Può però anche capitare che i dati stessi siano interpretabili proprio a seconda del contesto e sia l'opinione a essere il driver decisionale o, meglio, quello che il dato numerico comporta.
Ad esempio “C’è stato un aumento del 23% di ticket di richiesta assistenza aperti sull'applicativo X è un dato che, numericamente, fa molta differenza nel come interpretarlo e nel come mitigarlo, a seconda del ciclo di vita del suddetto applicativo.
Inoltre possono esserci casi in cui i dati non siano disponibili e, allora, intuito e sensibilità sono gli elementi che plasmano la nostra opinione, sebbene sia importante mettersi nelle condizioni di poterli avere, specialmente quando si devono prendere delle decisioni collegiali.
Ma c’è anche il problema opposto: scegliere una “vanity metric”, ovvero un dato che alimenti una convinzione e che sia scelto proprio per confermarla.
“L’applicativo X sta crescendo. Abbiamo scritto il 32% in più di righe di codice questo mese rispetto al mese precedente”.
Paradossalmente, penso sia ancora più pericoloso utilizzare una metrica sbagliata rispetto al fatto di non utilizzare dati del tutto.
Cosa fare allora?
Credo che l’atteggiamento e l’approccio siano i fattori più importanti su cui focalizzarsi: essere curiosi, non avere preconcetti, non aver paura di esplorare scenari che magari non sono confortevoli ci può permettere di utilizzare strumenti e dati nella maniera migliore e, soprattutto, a gestire le conclusioni che essi ci portano.
Che cosa ne pensate?
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Sono un Coach specializzato e IT Mentor, con 25 anni di esperienza nel settore IT. Se vuoi migliorare la parte Tech della tua Azienda o migliorare te stesso/a, sono qui per supportarti. Scopriamo insieme come
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