Perché non delego?
L’incapacità di delega è un tema che intercetto spesso nelle mie sessioni di coaching e mentoring.
Da una parte c’è la consapevolezza che sia una azione necessaria da fare (ed è già un buon punto di partenza, spesso non è così evidente), dall'altra qualcosa che impedisce di metterlo in pratica
Vediamo qualche luogo comune, che diventa un pensiero che ci limita.
🔴 “È più veloce se lo faccio io direttamente”
Cosa ti fa pensare che sia così?
Cosa succede se continui in questo comportamento per i prossimi mesi?
Cosa NON succede se continui in questo comportamento per i prossimi mesi?
Dalle risposte di solito emergono nuove prospettive e si inizia a comprendere che ogni volta che si perpetua questo comportamento si toglie una possibilità di crescita, sia a se stessi che al delegato.
La delega è un investimento e come tale va gestita, capendo quando ci sono le possibilità di farlo.
E anche se così non fosse (ad esempio un'emergenza o una situazione in cui si preferisce agire in autonomia), c’è sempre la possibilità di spiegare le cose a posteriori.
🔴 “Le cose le faccio meglio da solo”
Variazione del tema precedente che fa diventare inesorabilmente, all'aumentare delle responsabilità, un collo di bottiglia, fino a conseguenza gravi quali burnout.
Di solito c’è un tema di fiducia dietro questo comportamento, non si crede nella qualità del lavoro fatto da altri e allora aiuta chiedersi: cosa posso fare io per mettere queste persone nelle migliore condizioni?
Quanto la mia comunicazione è efficace nel far comprendere cosa mi aspetto?
🔴 “Non sono capace a delegare”
Saper delegare non è un talento o qualcosa di innato ma un comportamento che si acquisisce con pratica e consapevolezza del contesto in cui si opera, oltre ad un buona dose di proattività.
Non basta infatti l’atto, ma anche poi valutare i risultati e dare feedback su di essi, per permettere una crescita efficace di tutte le persone coinvolte.
🔴 “È una cosa da manager, non mi riguarda”
La delega è un'azione che non riguarda le gerarchie.
Se è vero che si tende a immaginare una persona che delega ad un proprio “sottoposto” (brutta parola che evoca echi fantozziani, ma giusto per capirci), in realtà si può delegare una certa azione a colleghi (o persino a strumenti) e riguarda ogni aspetto della propria vita.
🔴 “Se delego agli altri, non sono più utile”
Altro aspetto potenzialmente distorsivo di una situazione in cui essere utili vuol dire agire direttamente, portando a situazioni in cui si fa male quello che altri potevano fare meglio e in meno tempo. Dove sta il proprio valore in questo scenario?
Riconfigurare la percezione della propria utilità aiuta a capire meglio il valore della delega come strumento.
Quali sono gli elementi che vi aiutano a delegare?
L’incapacità di delega è un tema che intercetto spesso nelle mie sessioni di coaching e mentoring.
Da una parte c’è la consapevolezza che sia una azione necessaria da fare (ed è già un buon punto di partenza, spesso non è così evidente), dall'altra qualcosa che impedisce di metterlo in pratica
Vediamo qualche luogo comune, che diventa un pensiero che ci limita.
🔴 “È più veloce se lo faccio io direttamente”
Cosa ti fa pensare che sia così?
Cosa succede se continui in questo comportamento per i prossimi mesi?
Cosa NON succede se continui in questo comportamento per i prossimi mesi?
Dalle risposte di solito emergono nuove prospettive e si inizia a comprendere che ogni volta che si perpetua questo comportamento si toglie una possibilità di crescita, sia a se stessi che al delegato.
La delega è un investimento e come tale va gestita, capendo quando ci sono le possibilità di farlo.
E anche se così non fosse (ad esempio un'emergenza o una situazione in cui si preferisce agire in autonomia), c’è sempre la possibilità di spiegare le cose a posteriori.
🔴 “Le cose le faccio meglio da solo”
Variazione del tema precedente che fa diventare inesorabilmente, all'aumentare delle responsabilità, un collo di bottiglia, fino a conseguenza gravi quali burnout.
Di solito c’è un tema di fiducia dietro questo comportamento, non si crede nella qualità del lavoro fatto da altri e allora aiuta chiedersi: cosa posso fare io per mettere queste persone nelle migliore condizioni?
Quanto la mia comunicazione è efficace nel far comprendere cosa mi aspetto?
🔴 “Non sono capace a delegare”
Saper delegare non è un talento o qualcosa di innato ma un comportamento che si acquisisce con pratica e consapevolezza del contesto in cui si opera, oltre ad un buona dose di proattività.
Non basta infatti l’atto, ma anche poi valutare i risultati e dare feedback su di essi, per permettere una crescita efficace di tutte le persone coinvolte.
🔴 “È una cosa da manager, non mi riguarda”
La delega è un'azione che non riguarda le gerarchie.
Se è vero che si tende a immaginare una persona che delega ad un proprio “sottoposto” (brutta parola che evoca echi fantozziani, ma giusto per capirci), in realtà si può delegare una certa azione a colleghi (o persino a strumenti) e riguarda ogni aspetto della propria vita.
🔴 “Se delego agli altri, non sono più utile”
Altro aspetto potenzialmente distorsivo di una situazione in cui essere utili vuol dire agire direttamente, portando a situazioni in cui si fa male quello che altri potevano fare meglio e in meno tempo. Dove sta il proprio valore in questo scenario?
Riconfigurare la percezione della propria utilità aiuta a capire meglio il valore della delega come strumento.
Quali sono gli elementi che vi aiutano a delegare?
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Sono un Coach specializzato e IT Mentor, con 25 anni di esperienza nel settore IT. Se vuoi migliorare la parte Tech della tua Azienda o migliorare te stesso/a, sono qui per supportarti. Scopriamo insieme come
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