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Superintelligence

Cosa succederà quando ci saranno le Superintelligenze (Artificiali)?

Se lo chiede Nick Bostrom in Superintelligence.

Tutto ci porta a pensare che ormai la Superintelligenza (SI), una entità artificiale più intelligente di qualsiasi essere umano, si stia avvicinando rapidamente: quindi, cosa significherebbe per il mondo l'emergere di questa nuova specie?

Per prima cosa dobbiamo rivedere un po' di storia.

Per esempio, poche centinaia di migliaia di anni fa, la tecnologia umana avrebbe avuto bisogno di un milione di anni per diventare economicamente abbastanza produttiva da sostenere la vita di un altro milione di persone. Questo numero è sceso a due secoli durante la rivoluzione agricola del 5.000 a.C. e, nell'era successiva alla Rivoluzione Industriale, si è ridotto a soli 90 minuti.

Il nostro progresso è, insomma, sempre più rapido: siamo già stati in grado di creare macchine che hanno la capacità di apprendere e ragionare utilizzando le informazioni inserite dall'uomo.

Tuttavia, questo è ben lontano dal tipo di "intelligenza generale" che gli esseri umani possiedono e che è stato l'obiettivo della ricerca sull'IA per decenni.

Al costruire una SI in grado di apprendere e agire in autonomia potrebbero mancare ancora parecchi anni ma i progressi nel campo stanno avvenendo e, con essi, anche il rischio che diventi una attività pericolosa, poiché questa entità potrebbe essere troppo evoluta per essere disattivata in caso di emergenza.

È chiaro che imitare l'intelligenza umana sia un modo efficace per costruire la tecnologia, ma l'imitazione si presenta in almeno due forme.

Infatti, mentre alcuni scienziati sono favorevoli alla progettazione sintetica di una macchina che simuli gli esseri umani (attraverso l'IA, per esempio), altri sostengono che l'imitazione della biologia umana possa essere una strategia vincente, che potrebbe essere realizzata con tecniche come la Whole Brain Emulation (o WBE).

Anche come si arriverà allo sviluppo di una SI potrà essere determinante, a seconda ad esempio che sia sviluppata in segreto da una singola fazione, come il progetto Manhattan per costruire la bomba atomica, con tutti i rischi che può comportare, o in maniera più collaborativa e graduale, come per il progetto Genoma Umano.

E se si riusciranno ad evitare gli scenari catastrofici che molti romanzi e film di fantascienza hanno raccontato, sicuramente lo sviluppo di tali tecnologie consentirà un cambiamento radicale nella società.

È probabile che la crescente disponibilità e la diminuzione dei costi della tecnologia porteranno alla produzione di massa a basso costo di macchine in grado di svolgere lavori che attualmente richiedono l'uomo.

Ciò significa che le macchine non solo sostituiranno l'intera forza lavoro umana ma saranno anche facilmente rimpiazzabili.

Ma è chiaro che questo equivale a una schiavitù meccanica e solleva importanti questioni morali.

Per esempio, se una macchina si rendesse conto di dover morire alla fine della giornata, potremmo semplicemente programmarla per accettare la morte. Ma è etico? Questi dipendenti artificiali dovrebbero essere trattati come esseri senzienti o come strumenti inerti?

Il lavoro non è l'unica cosa di cui le macchine SI potrebbero occupare.

Il risultato di questi progressi significherebbe un'esistenza umana in gran parte automatizzata, a basso rischio, priva di avventure e, francamente, troppo perfetta.

Cosa ne sarebbe di noi? Come ci occuperemmo in un futuro del genere?

Non resta che scoprirlo...
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