Extreme Ownership, ovvero prendersi la responsabilità totale per il proprio team...
Il concetto di Extreme Ownership l’ho appreso leggendo (due volte) il libro “Extreme Ownership: How U.S. Navy SEALs Lead and Win" scritto da Jocko Willink e Leif Babin, due ex Navy SEALs che hanno applicato le lezioni apprese sul campo di battaglia al mondo degli affari, inutile dire con grande successo.
Ma cosa comporta questo approccio?
l’Extreme Ownership sostiene che i leader devono assumersi la piena responsabilità di tutto ciò che succede al proprio team, nel caso di insuccesso e fallimento.
Ciò significa non incolpare i membri del team, le circostanze o la sfortuna ma ritenersi pienamente responsabili, chiedersi cosa avrebbero potuto fare diversamente per prevenire o mitigare la situazione.
Questo perché, anche per fattori esogeni, al di fuori del proprio controllo, ci sono sempre azioni da intraprendere per prevenire e lezioni da imparare, esattamente come ogni analisi post mortem di qualche incident insegna.
È un concetto estremamente potente, che può essere applicato in ogni contesto e che permette non solo di essere motivati dal concetto stesso (oltre che dalla applicazione pratica) ma spinge anche al continuo miglioramento e al non cercare facili giustificazioni, perché si è gli unici responsabili delle scelte e decisioni prese con il team.
Spesso, in percorsi di mentoring e coaching, è un esercizio che faccio praticare quando percepisco che il cercare giustificazioni esterne che limitano la possibilità di esplorare altri aspetti che, invece, potrebbero portare ad un miglioramento.
Riassumendo, assumersi la responsabilità, guardare in maniera critica alle proprie azioni, cercare soluzioni invece che colpevoli e imparare a migliorare sono i passi che questo approccio ci porta a fare.
Richiede coraggio, umiltà e una forte volontà di migliorare, ma porta risultati che ripagano e, cosa più importante, la sensazione di poter sempre essere parte attiva invece di subire gli eventi.
Che cosa ne pensate?
Il concetto di Extreme Ownership l’ho appreso leggendo (due volte) il libro “Extreme Ownership: How U.S. Navy SEALs Lead and Win" scritto da Jocko Willink e Leif Babin, due ex Navy SEALs che hanno applicato le lezioni apprese sul campo di battaglia al mondo degli affari, inutile dire con grande successo.
Ma cosa comporta questo approccio?
l’Extreme Ownership sostiene che i leader devono assumersi la piena responsabilità di tutto ciò che succede al proprio team, nel caso di insuccesso e fallimento.
Ciò significa non incolpare i membri del team, le circostanze o la sfortuna ma ritenersi pienamente responsabili, chiedersi cosa avrebbero potuto fare diversamente per prevenire o mitigare la situazione.
Questo perché, anche per fattori esogeni, al di fuori del proprio controllo, ci sono sempre azioni da intraprendere per prevenire e lezioni da imparare, esattamente come ogni analisi post mortem di qualche incident insegna.
È un concetto estremamente potente, che può essere applicato in ogni contesto e che permette non solo di essere motivati dal concetto stesso (oltre che dalla applicazione pratica) ma spinge anche al continuo miglioramento e al non cercare facili giustificazioni, perché si è gli unici responsabili delle scelte e decisioni prese con il team.
Spesso, in percorsi di mentoring e coaching, è un esercizio che faccio praticare quando percepisco che il cercare giustificazioni esterne che limitano la possibilità di esplorare altri aspetti che, invece, potrebbero portare ad un miglioramento.
Riassumendo, assumersi la responsabilità, guardare in maniera critica alle proprie azioni, cercare soluzioni invece che colpevoli e imparare a migliorare sono i passi che questo approccio ci porta a fare.
Richiede coraggio, umiltà e una forte volontà di migliorare, ma porta risultati che ripagano e, cosa più importante, la sensazione di poter sempre essere parte attiva invece di subire gli eventi.
Che cosa ne pensate?
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Sono un Coach specializzato e IT Mentor, con 25 anni di esperienza nel settore IT. Se vuoi migliorare la parte Tech della tua Azienda o migliorare te stesso/a, sono qui per supportarti. Scopriamo insieme come
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